• Tribunale a Cinquefrondi. L’Ordine degli avvocati si difende: “Da noi nessuna doppiezza”
    L'organo professionale era stato criticato per non aver partecipato al ricorso al Tar recentemente respinto
    28/06/2013 | Francesco Napoli, presidente dell'Ordine degli avvocati di Palmi | Comunicato

    PALMI – Il Consiglio dell’Ordine è stato in questi giorni accusato, con e-mail inviate agli avvocati del Foro e con esternazioni pubbliche, di doppiezza nella gestione della vicenda inerente la soppressione della Sezione distaccata di Cinquefrondi. La prova risiederebbe in un verbale del Consiglio Giudiziario dello scorso aprile, documento duramente criticato sulla stampa da due dei legali che hanno curato, nell’interesse di diversi ricorrenti, l’impugnativa al Tar avverso il provvedimento del presidente del Tribunale di Palmi di graduale accentramento dell’attività giudiziaria presso la sede centrale.

     

    In buona sostanza, si è fatto intendere che nel mentre il Consiglio dell’Ordine manifestava apertamente il dissenso alla chiusura della Sezione distaccata, nelle segrete stanze del Consiglio Giudiziario si adoperava, con un suo componente, in senso inverso, contribuendo così a pregiudicare l’esito del ricorso. Ciò costituisce pura mistificazione, innanzitutto perché il Tar non avrebbe dovuto affatto decidere sul mantenimento o sulla chiusura della Sede staccata, come surrettiziamente si è fatto intendere, ma solamente sull’aspetto di una misura organizzativa imposta per legge,ed ancora perché l’oggetto della delibera del Consiglio Giudiziario non riguardava, ovviamente, la soppressione della Sezione. La verifica in sede di Consiglio Giudiziario, salvo a non voler, apoditticamente, censurare il Presidente del Tribunale per aver applicato una legge dello Stato, non poteva che essere limitata alla corretta applicazione delle norme inerenti la misura organizzativa, non certo il diverso aspetto della soppressione della Sezione e la bontà della legge in sé.

     

    Nessuna doppiezza vi è dunque stata, posto che l’atto del Consiglio Giudiziario non solo è atto autonomo, avulso e diverso dalle competenze dell’Ordine, ma inerisce questione puramente formale e ben diversa dal mantenimento della Sezione distaccata. Il Consiglio dell’Ordine, invero, ha mantenuto sempre comportamento istituzionalmente corretto e coerente, come sta a dimostrarlo la sua attività. Appare, pertanto, evidente il tentativo, peraltro maldestro, di scaricare su questo Consiglio l’insuccesso – di cui, comunque, ci si duole – collezionato innanzi al Tribunale Amministrativo e di lamentare la mancata partecipazione dell’Ordine all’avanzato ricorso – che, peraltro, non avrebbe risolto per nulla il vero problema del mantenimento della Sezione – dopo averlo escluso di fatto dalla redazione dell’atto.