CINQUEFRONDI – Non sono serviti gli appelli e la mobilitazione volti a scongiurare la chiusura della sezione distaccata del Tribunale di Palmi con sede a Cinquefrondi. Da oggi infatti parte la fase di trasloco dei fascicoli e degli arredi destinati alla sede di Palmi. Nei mesi scorsi più voci si sono levate per far capire agli organi ministeriali che la decisione di sopprimere la sede di Cinquefrondi oltre ad essere palesemente immotivata avrebbe creato non pochi problemi di natura logistica ad un territorio che anno dopo anno viene privato e svuotato di servizi di eccellenza
La notizia dell’arrivo dei mezzi inviati dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria ha fatto rapidamente il giro del paese. A distanza di pochi minuti si è costituito un presidio formato da avvocati, semplici cittadini e rappresentanti delle forze politiche locali. Non era sul posto Michele Galimi, ultimo in ordine cronologico a lanciare l’appello e ad interessare i vertici del proprio partito a livello nazionale: Galimi si trova proprio a Roma dove si è recato per la questione specifica del Tribunale. Da lì, messo a conoscenza del trasloco in corso, ci ha detto: “Lotterò con le forze che mi rimangono affinché non si cancellino oltre 100 anni di storia e non si umili il sacrificio di quanti hanno reso essenziale e funzionale il nostro Tribunale. La testardaggine del ministro Cancellieri umilia le aspettative e la dignità di tutti gli operatori e di un intero comprensorio”
Sul posto presente Michele Conia, consigliere di minoranza oltre che avvocato del Foro di Palmi insieme ai militanti di Rinascita per Cinquefrondi e qualche esponente del Pd locale. La vicenda della chiusura del presidio di Cinquefrondi si trascina da più di un anno da quando è stato emanato il provvedimento un turbinio di ipotesi, notizie diffuse e poi smentite sul mantenimento. E’ nato un comitato di difesa che ha proposto ricorso contro il provvedimento, ricorso respinto dal Tar. Si è aperto un dibattito all’interno dell’avvocatura palmese con la presa di posizione di due avvocati i quali hannno contestato al Consiglio dell’Ordine un non sufficiente impegno per scongiurare la chiusura. Fiumi di parole e di dati sono stati scritti in centinaia di pagine per dimostrare l’antieconomicità dell’operazione e, al contrario che la stessa si sarebbe trasformata in una maggiore spesa per l’amministrazione della giustizia. Parole, dati, appelli, tutto caduto nel vuoto. Da stamane lo smantellamento è in corso e quasi cento anni di storia vengono cancellati e trasferiti in alcuni camion destinazione Palmi.
Altra reazione politica è pervenuta dal consigliere provinciale Longo che in una nota ha dichiarato che “La chiusura del Tribunale di Cinquefrondi è la conferma di una politica nazionale lontana anni luce dalle reali necessità del territorio. Deputati e senatori nominati dalle segreterie romane che si rivelano incapaci di rappresentare dignitosamente la nostra terra.
Sul fronte amministrativo si registra una nota diffusa dal Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi.. L’avvocato Francesco Napoli, in una nota indirizzata a tutti gli avvocati ed ai praticanti, ha reso noto di aver partecipato in data 6 settembre alla commissione di manutenzione degli uffici giudiziari. Nel corso della seduta convocata per la verifica dello stato di avanzamento dei lavori dei locali dell’ex area mercatale di Palmi destinata a nuovi uffici giudiziari, il presidente dell’organo degli avvocati, richiamando il diniego alla chiusura di Cinquefrondi già formalizzato con delibera del 18/07/2012, ha ribadito al Presidente del Tribunale, alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Palmi relativamente all’impossibilità di consegna dei nuovi locali nel breve periodo, la necessità di adottare un provvedimento urgente che assicurasse la continuità di utilizzo della struttura di Cinquefrondi non solo a titolo di archivio ma anche con le funzioni amministrative e giurisdizionali.
Secca la replica del Presidente del Tribunale che ha dichiarato improcedibile la richiesta a suo tempo attivata solo per il mantenimento degli archivi e degli arredi sulla scorta delle assicurazioni del sindaco di Palmi relativamente ai tempi di consegna della nuova sede. Il presidente del Tribunale ha evidenziato che l’utilizzo provvisorio delle sedi esistenti di via Roma e piazza Amendola contribuirà a risolvere il problema della consegna parziale degli immobili e che aderire alla richiesta di mantenere tutte le funzioni a Cinquefrondi in atto creerebbe disservizi più gravi di quelli ipotizzati. Unico problema l’allocazione dell’UNEP, per tali uffici il presidente del tribunale ha preso atto delle dichiarazioni del sindaco ed ha delegato il dirigente dello stesso ufficio per il raccordo con gli uffici comunali.
1 commento
Rino Macedonio
12 settembre 2013 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Che il sindaco protempore e i consiglieri della maggioranza imparino a cooperare e si uniscano alla protesta…
Nel mirino dei tagliatori di teste sono finiti i Tribunali,
tra questi,il Tribunale di Cinquefrondi.
Un fatto insensato in un Paese che ha bisogno di velocizzare la macchina della Giustizia
Non siamo su “Scherzi a parte”,siamo in Italia!
Quello che nessuno dice è che l’accorpamento del Tribunale di Cinquefrondi al Tribunale di Palmi (che dista almeno 39 km) si trasformerà in una nuova tassa ad hoc per i cittadini di sia di cinquefrondi e dei comuni vicini che su questo tribunale gravano. Una tassa che si concretizzerà nel notevole incremento dei costi (e di giornate lavorative perse) per un certificato, per chiedere al proprio avvocato di controllare una pratica o partecipare ad una udienza..
..tutto ciò per un modesto risparmio di denaro pubblico e in un notevole esborso di denaro privato a evidente danno di chi una nuova tassa non potrà permettersela e dovrà rinunciare al “servizio giustizia”!
Non siamo su “Scherzi a parte”,siamo in Italia!