DA DON GAUDIOSO Mercuri, a cui un gruppo di ragazzi che si definiscono gli Indignati del Sud ha chiesto di fare un po’ da portavoce, ci giunge un contributo collettivo, molto critico sul rapporto attuale dell’uomo con la natura e ancora di più con i mezzi di comunicazione di massa che hanno sottovalutato la gravità delle recenti ondate di maltempo su Calabria e Sicilia. Ringraziamo don Gaudioso e i suoi ragazzi, e rinnoviamo loro la disponibilità a collaborare da parte dell’Edp.
L’INDIGNAZIONE corre su internet ormai da diverse ore, un’indignazione diversa da quella che prende di mira la Bce o la finanza globale, non arriva dalla Puerta del Sol di Madrid. Essa vorrebbe esplodere, materializzarsi, alimentata dalla scarsa attenzione dei media per l’ennesima catastrofe che ha flagellato il sud di questa nazione.
La piazza virtuale non ha perdonato questa volta, e si è trasformata in vettore diretto di testimonianze, video, racconti, foto che testimoniano i soprusi da parte della natura e dello Stato, di cui siamo stati vittime nei giorni trascorsi. Esplode un vivo risentimento per una situazione che rischiava di trasformarsi in assuefazione , soprattutto perchè negli anni precedenti non siamo stati equipaggiati della più semplice e intelligente arma : la prevenzione.
Ripensare al nostro stile di vita nell’approccio urbanistico con la natura è essenziale per prevedere nuovi possibili disastri: la pioggia continuerà a cadere forte anche in futuro. I calabresi sono come la loro terra, combattuti, sofferti e sofferenti per i problemi da cui sono da secoli afflitti La Calabria è un dipinto in movimento, aspra e salmastra come solo un luogo racchiuso tra due mari può essere, lussureggiante sull’Aspromonte, innevata sulla Sila, rovente durante la canicola estiva su tutte le sue belle spiagge.
Anche Natalino Zicchinella era così, un lavoratore padre di due figli, morto il 21 novembre 2011. Natalino è stato l’ennesima vittima delle alluvioni che stanno scuotendo la penisola, travolto da un muro di sostegno crollato per la pioggia a Catanzaro. La morte di Natalino è stata quasi del tutto ignorata dai media nazionali, come è stata ignorata la situazione di estrema emergenza del catanzarese. Tutto ciò che è pervenuto agli occhi della gente è la foto di un treno deragliato, drammatica si ma non emblematica. Serve un vero e proprio servizio di informazione, quel tam tam mediatico che può portare alla presa di coscienza e alla solidarietà. Tutto questo per la Calabria non è conseguenziale, i calabresi devono sempre chiedere ciò che in realtà è dovuto, in questo caso attenzione e aiuto.
Nasce così l’esigenza di denunciare questo silenzio attraverso i social network. Gli “Indignati del Sud” sono tutti coloro che non stanno inermi a guardare ma denunciano a gran voce la negligenza che quotidianamente ogni cittadino del sud d’Italia è costretto a subire. Non esistono alluvioni di serie A e alluvioni di serie B, ma sembra che la pioggia del meridione faccia meno rumore delle altre; scrive Elisabetta: “La Calabria viene sempre dopo, sempre dopo…”; Luigi: “Smettiamola di dire speriamo o confidiamo nell’aiuto di Dio, è ora di scendere in piazza!”; tanti scrivono invece: “Non ho parole”. Di parole invece ne hanno tante questi ragazzi, questi studenti, questi lavoratori, questi pensionati che vorrebbero sentirsi davvero cittadini d’Italia. Le loro voci si uniscono a quella di Corrado Alvaro che affermava: “I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia”. Patriottici, semplici, innamorati: così sono i calabresi e per questo non devono essere ignorati.