ANCORA SOLDI PUBBLICI oltre a quelli depredati dalle casse della Regione Lazio. Ma questa volta si tratta di una cifra “più contenuta”: appena 130000 € spesi per la realizzazione di un monumento a Rodolfo Graziani, il generale fascista che passò alla Repubblica di Salò dopo l’8 settembre 1943. Monumento che, in tutta la sua discutibile bellezza, è stato inaugurato l’11 agosto scorso in un piccolo comune, Affile, 1.500 abitanti, in provincia di Roma.
Un monumento a Rodolfo Graziani, «il più sanguinario assassino del colonialismo italiano», così lo definisce lo storico Angelo Del Boca, tra i massimi studiosi delle vicende coloniali libiche ed etiopi. E proprio oggi, Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ricorda chi era Graziani: un criminale di guerra, responsabile di numerose atrocità tra cui la deportazione dalla Cirenaica, nel 1930, di centomila persone (diecimila morirono durante il viaggio ) costrette a marciare per centinaia di chilometri in mezzo al deserto fino ai campi di concentramento della Sirte; l’utilizzo di bombe all’iprite, nel 1936, che vennero lanciate dal cielo contro i patrioti etiopi, e lo sterminio, nel 1937, per vendicare un attentato etiope, di almeno 30000 persone e 1.400 religiosi della città -convento di Debrà Libanòs.
Eppure, la notizia dell’inaugurazione di questo monumento è passata quasi in sordina, mentre il New York Times, El Pais e Bbc, hanno pronunciato parole severe e di sdegno per l’onore riservato ad un uomo tra i più sanguinari del regime fascista e coloniale. Non si comprende perché, negli Italiani, a parte pochi, non si scateni quel normale moto di indignazione che, presso altri popoli, si sarebbe fatto sentire in modo spontaneo, massiccio e deciso. Ma no, forse le ragioni sono facili da comprendere: troppi italiani ignorano la storia o vogliono rimuovere quella parte di storia che non ci ha certo onorati. Ma negare, rimuovere il ricordo di un crimine, non porta da nessuna parte, se non alla falsificazione della storia e ad una sorta di accettazione della “normalità” del male.
Il monumento a Graziani è un insulto, un oltraggio vergognoso alla memoria delle migliaia di vittime di un vero e proprio genocidio.E’ uno scherno ulteriore per lo sperpero di denaro pubblico per una causa che non ci onora, ma che evidentemente soddisfa le ambizioni politiche di qualcuno che dovrebbe – il minimo che si possa dire per non usare espressioni più forti – leggersi un bel po’ di libri.E’una triste conferma che agli Italiani interessa più mobilitarsi e fare file chilometriche magari per l’acquisto di un Iphone 5, che per esprimere il proprio sdegno nei confronti di azioni così platealmente offensive della verità e della giustizia.
1 commento
fabio
1 ottobre 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
fortuna che c’è Wu ming Foundation e….l’Edicola di Pinuccio!!!