• Un operaio di 58 anni muore in uno dei cantieri dell’A3
    27/10/2012 | Polstrada Reggio Calabria | Strill.it

    REGGIO CALABRIA – In data odierna alle ore 07.00 circa sull’A/3 SA-RC altezza km. 415+090 interno cantiere viadotto Sfalassa, territorio del Comune di Bagnara Calabra, si verificava incidente sul lavoro a seguito dei quale decedeva un operaio Carrier Fabio di anni 58 impegnato nei lavori di ammodernamento dell’A/3 SA-RC.

    Il decesso veniva constatato dal personale del 118 intervenuto sul posto. Rilievi e accertamenti a cura del personale della Sottosezione Polstrada di Palmi al comando dell’Ispettore capo Tringali Francesco, diretti dal Dirigente Provinciale della Polizia Stradale dottoressa Giuseppina Pirrello e coordinati dal magistrato di turno dott. Mauro Leo Tenaglia intervenuto sul posto.

     

     

     

     

    REGGIO CALABRIA – I sindacati Cgil di Reggio Calabria – Locri e Fillea Cgil Rc-Locri esprimono solidarietà e vicinanza alla famiglia dell’operaio morto questa mattina, a seguito di un incidente, in un cantiere dell’autostrada Sa-Rc, tra Bagnara e Scilla.

Ennesimo incidente mortale mentre si compie il proprio lavoro. Ennesima morte bianca che si unisce alla lista dei lavoratori deceduti in un cantiere. Ennesimo annuncio di cordoglio da parte del Presidente dell’Anas. Ennesima nomina di una commissione di accertamento interna per capire le cause dell’accaduto.

    Una prassi che sta diventando – ormai – una normalità. Ma che, per noi, rappresenta sempre una sconfitta della società e del mondo del lavoro. Perché non si può parlare di sicurezza nei cantieri solo quando avvengono degli episodi di tale portata. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità aziendale. Deve simboleggiare un modus vivendi e operandi.

    Quando si parla di cifre, di morti bianche, di dati nazionali, dobbiamo pensare che si sta parlando di individui e non di numeri. Di padri, di intere famiglie colpite dal dolore.
A loro, va il nostro pensiero. Nella consapevolezza che, come sindacato, continueremo a denunciare e a batterci per un luogo di lavoro idoneo, sicuro, “normale e quotidiano”.