• “Una giornata a Rosarno”. Un articolo e due poesie di Ibrahim, “combattente per la giustizia”. Chi sono, perché partono, come vivono i tanti giovani africani che cercano un lavoro nelle campagne calabresi
    14/01/2012 | Ibrahim di Rosarno, associazione Africalabria | Edicola di Pinuccio

    ROSARNO – Dall’Africa i giovani partono verso l’Europa, per cercare di migliorare la loro condizione. Molti sono disorientati davanti alle situazioni in cui si trovano, e a volte subentra la desolazione totale, il rimorso e a volte il rimpianto. Si deve affrontare la realtà, battersi per non far finire nella disperazione i propri familiari, che hanno tutti gli occhi e le orecchie rivolti verso di noi. Seguite la storia di un giovane africano, che chiameremo X.

     

    X arriva in Italia dopo aver attraversato il Sahara dal Mali verso la Libia, poi si imbarca su una carretta del mare verso l’Italia. Una volta arrivato deve fare i conti col problema dei documenti, e cosi’ finisce in un centro di identificazione, dove a volte riceve un permesso di soggiorno. Ottenuto questo documento, per X comincia la parte piu difficile: vivere. Deve cercarsi un lavoro, e decide di andare a Rosarno, per provare a mettere insieme un po’ di soldi prima di decidere che strada prendere. A Rosarno scopre una realtà che nemmeno immaginava. Invano cerca un alloggio da prendere in affitto, come si fa nei paesi civili e non razzisti. Ma X non ha alternative: deve andare a vivere in un ghetto. Si, un ghetto. Si mette nelle mani di Dio, e tira avanti. Questo ghetto è un gruppo di case abbandonate fuori paese, a una decina di chilometri, dove non c’è acqua corrente e nemmeno elettricità, dove non ci sono le condizioni minime per vivere. Nel ghetto ci sono centinaia di persone che hanno perduto ogni speranza, che non sanno cosa gli accadrà l’indomani, costrette in condizioni di vita inaccettabili per qualunque cittadino europeo, e quindi inaccettabili da qualunque essere umano.

     

    A X non restano che gli occhi per vedere, e una domanda: che fare? Nessuna soluzione. Le pareti delle case in cui vive con gli altri sono attraversati dalle crepe, il tetto è ancora peggio: quando piove l’acqua arriva dappertutto, e a volte è meglio stare all’aperto. Un pollaio è già meglio di questi dormitori. Ecco in che condizioni sono costretti a vivere i neri in Italia, terzo paese piu’ industrializzato d’Europa.

     

    Una situazione disastrosa, che puo diventare ancora peggio se si trova lavoro in qualche agrumeto. I campi sono fuori città, a decine di chilometri dal paese. Impossibile raggiungerli a piedi, ed ecco un altro problema. Chi ha la fortuna di possedere una bicicletta se la cava, ma i meno fortunati devono farsi trasportare nei furgoni di altri fratelli neri, pagando una somma fra i 3 e i 4 euro, su una paga giornaliera che varia dai 15 ai 30 euro per 8-10 ore di lavoro. E ora facciamo un semplice calcolo: quanto guadagna X per un’ora di lavoro?

     

    Dopo una giornata passata nei campi si torna agli alloggi. Bisogna cercare della legna da ardere per riscaldare l’acqua e potersi lavare, una necessità che spesso prende ore e ore. Si, accadono cose cosi’ sul continente europeo e soprattutto in Italia. Senza dimenticare le condizioni di trasporto, coi camioncini per trasportare le merci utilizzati per le persone, con piccole automobili a cinque posti in cui spesso si caricano anche dieci o piu’ uomini, sotto gli sguardi colpevoli delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri: stipati come le sardine nelle scatole di latta.

     

    Mi rivolgo alla coscienza di tutti coloro che danno valore al genere umano e un significato alla vita, affinchè si sollevi il velo sulla situazione di gran parte del Sud Italia e di Rosarno. SOS a Rosarno. I ragazzi africani si fanno sfruttare, e poco a poco muoiono. E’ inaccettabile, sul continente europeo, dove i diritti umani sono rispettati, che delle persone siano trattate cosi. Fate qualcosa prima che arrivi il peggio: una catastrofe umanitaria. SOS, la Calabria sta morendo insieme ai suoi lavoratori stagionali, in gran parte africani. Aiuto, help us, SOS. Il mondo ne sia testimone, prima che divenga troppo tardi.

     

     

     

     De l’Afrique les jeunes emigrent vers l’Europe pour améliorer leur conditions de vie. Beaucoup d’entre eux sont désorientés face aux situations devant les quelles ils se trouvent, alors c’est la désolation totale,le remors et meme le regret.il faut affronter la réalite,se battre pour ne pas désesperer les parents qui ont tous les yeux et les oreils tournés vers toi. Suivez l’histoire de ce jeune africain du nom de X.

     

    X arrive en Italie après avoir traversé le Sahara du Mali vers la Libye, en suite il embarque dans un bateau de fortune pour l’Italie. Une fois arrivé, il est confronté au problème de document alors il entre dans un camp de refugies où il obtient un permis de sejour, après l’obtention de ce document, le plus dur commence pour X. Il doit vivre et pour cela il doit se trouver du travail ainsi il décide de se rendre à Rosarno pour se faire un peu de sous et voir dans quelle direction aller. Une fois sur le terrain à Rosarno une autre réalite se présente à lui. Il a vainement cherché une maison en location comme c’est courant dans les pays civilisés et non racistes.

     

    X n’a pas le choix il doit aller au ghetto oui le ghetto, alors il s’en remet à Dieu et fonce. Ce sont des maisons abandonnées en dehors la ville à des dizaines de kilometres où il n’y a ni eau ni électricité meme pas le minimum vital,dans ces ghettos, il y’a des centaines de personnes qui ont perdu espoir, ils ne savent pas de quoi sera fait demain,des conditions de vie exécrables, inacceptables par les européens par conséquent par la gente humaine.

     

    X n’a que ses yeux pour constater en se posant la question suivante que faire? Pas de solution! Les murs des maisons dans lesquelles dorment les jeunes sont fendus par endroits les toits sont désespérants encore pire quand il pleut l’eau entre de partout il est préférable de vivre dehors qu’à l’interieur. Le poulaille est mieux que ces dortoirs, comprenez les conditions de vie des noirs en Italie, 3eme pays industriel de l’Europe.

     

    Une situation calamiteuse, encore pire si l’on trouve du boulot dans une plantation, elles sont ”fuori città” à des dizaines de kilomètres de la ville, impossible d’y aller à pieds, alors un autre blème encore. Ceux qui ont la chance et qui ont une bicyclette s’y rende aisement, par contre les malchanceux se font transporter dans des fourgons des frères noirs moyenant une somme allant de 3€ à 4€ sur la paie journalière qui varie de 15 à 30€ (pour 8 à 10 heures de travail). Faites un petit calcul, combien gagne X par heure de travail?

     

    De retour du boulot, il faut chercher du bois pour chauffer de l’eau et aller se laver cela prend des heures et des heures oui cela existe sur le continent européen surtout en Italie. J’allais oublier les conditions de transport les fourgons prevus pour la merchandise sont affectés au transport des humains et quelques petites voitures de 5 places parfois l’on se retrouve à 10 ou 15 personnes à l’interieur sous le regard coupable des forces de l’ordre police et carabinieri,les gens sont entassés on dirait des sardines dans des boites de conserves.

     

    J’interpelle la conscience de tous ceux qui donnent de la valeur à l’espèce humaine et un sens à sa vie de lever le voile sur cette partie du sud de l’Italie surtout Rosarno et ses environs, S.O.S à Rosarno les jeunes Africains se font exploités et petit à petit ils se meurent. Il est inacceptable que sur le continent de l’Europe où le droit de l’homme est respecté que des gens soient traités ainsi. Faites quelque chose avant qu’il n’arrive le pire; la catastrophe humaine! S.O.S la Calabria se meurt, et avec ses employés saisonniers surtout les Africains! Aiuto, help, sos Je prends le monde à témoin avant qu’il ne soit trop tard.

     

     

     

     

    Le lacrime di Ibrahim
    (In memoria di coloro che due anni fa sono stati vittima delle organizzazioni criminali di Rosarno)

     

    Piango
    quando vedo i miei fratelli soffrire
    Piango
    Quando mi sveglio alle quattro del mattino
    alla ricerca delle mie illusioni
    in un campo di aranci e mandarini
    per venticinque euro o anche meno
    Piango
    quando vedo i miei fratelli vivere in un ghetto
    senza acqua né elettricità
    in situazioni inaccettabili per l’umanità
    Piango
    e ho male al cuore
    Piango
    e soffro
    non sono ferito né malato eppure sto male
    soffro e piango
    Noi
    vittime del colore della nostra pelle
    qui e altrove
    Piango
    vedendo i miei fratelli italiani
    chiudere le porte del cuore
    e delle loro case
    Piango
    pensando di aver lasciato la famiglia e i miei cari
    cercando un’integrazione che non arriva
    Piango
    le mie lacrime non scendono
    eppure piango
    soffro nella mia pelle ferite ovunque
    e attorno a me lo spettro della solitudine
    Piango
    per le condizioni dei miei fratelli
    africani e non africani di qui e d’altrove
    Piango
    e continuerò a piangere
    finché non ci sarà giustizia ed equità nel mondo
    Piango
    vedendo i miei fratelli africani sfruttati da altri fratelli africani
    Piango
    vedendo i miei fratelli africani lasciarsi ammazzare vigliaccamente
    sui marciapiedi
    facendo i loro mestiere
    a causa del colore della loro pelle
    Questo vuol dire razzismo fascista
    Piango
    e mi vergogno vedendo i fratelli B&B, bianchi e back,
    guardarsi in cagnesco
    Sanguino ovunque
    ché attorno a me la vita non è rosa
    Ho gli occhi lacrimanti
    quando buttiamo nel dimenticatoio i combattenti per la giustizia e la libertà
    Nel fiume delle mie lacrime
    guardo il mondo in faccia
    con la speranza che il domani sarà migliore
    se l’orgoglio ipocrita degli uni e degli altri si sgretola
    Piango
    il mondo e il suo sistema
    che non dà alcun valore al genere umano
    Le mie lacrime non scorrono
    ma io piango

     

     

     

     

    Les larmes d’Ibrahim
    (Ceci est à la mémoire de tous ceux qui sont restè victime il y’a deux ans des organisations criminelles de la cité de Rosarno)

     

    Je pleurs,
    Quand je vois mes frères souffrir
    Je pleurs
    Quand je me lève à 4 heures du matin
    pour aller à la recherchee de mes illusions
    dans les plantations d’oranges et de mandarines
    pour la modique somme de 25 € sinon moin
    Je pleurs
    Quand je vois mes frères vivre dans des ghettos
    sans eau ni électricité, situation quasi impossible
    et inacceptable par l’humanité
    Je pleurs
    Et j’ai mal au coeur
    Je pleurs
    J’ai mal je n’ai aucune ouverture physique et aucune maladie clinique
    mais pourtant j’ai mal
    je souffre et je pleurs
    Je pleurs
    Parce que nous sommes victimes
    de la couleur de notre peau
    ici et ailleurs
    Je pleurs
    quand je vois mes frères italiens
    nous fermer la porte de leur coeur
    et de leur maison
    Je pleurs
    Quand je pense que j’ai laissé les miens
    et tous les etres qui me sont chers
    pour une intégration qui n’arrive point
    Je pleurs
    mes larmes ne coulent pas
    pourtant je pleurs
    je souffre dans ma peau
    des blessures partout autour de moi
    c’est le spectre de la désolation
    Je pleurs
    les conditions de vie de mes frères
    Africains et non Africains;
    ceux d’ici et d’ailleurs
    Je pleurs
    je pleurs et je continuerai de pleurer
    tant qu’il n’y aura pas de justice
    et d’équité dans le monde
    Je pleurs
    et j’ai honte
    Quand je vois mes frères Africains
    etre exploités par d’autres frères Africains
    Je pleurs
    Quand je vois mes frères
    se faire tuer lachement sur le trottoir
    exercant leur métier
    à cause de la couleur de leur peau
    Cela signifie racisme, fasciste
    Je pleurs
    j’ai honte quand je vois mes frères B&B (Blancs et Blacks)
    se regarder en chiens de faiences
    Je saigne de partout
    car autour de moi la vie n’est pas rose
    J’ai les yeux larmoyants quand nous
    mettons dans les oubliettes les combattants de la liberté et la justice
    Dans le ruisselement de mes larmes
    je regarde le monde en face
    en ayant espoir que demain sera meilleur
    si l’orgueil hypocrite des uns et des autres
    s’effrite
    Je pleurs
    le monde et son système
    qui ne donne aucune valeur à l’espèce humaine
    Mes larmes ne coulent pas
    mais je pleurs.

     

     

     

    I cittadini sostengono i contadini

     

    La terra nutre l’Uomo
    Il successo del paese si basa sull’agricoltura
    ma i piu poveri del paese sono gli agricoltori
    Che paradosso
    La terra è la sola fonte che non secca mai
    Ma la fonte della della terra è ormai seccata
    Perché gli agrumi non si vendono piu al prezzo di riferimento
    La terra nutre l’Uomo
    e i contadini sono indebitati
    Il governo si offende
    e il popolo soffre
    I contadini sono all’opera
    La terra nutre l’Uomo
    ma la produzione non è buona
    Perché i prezzi calano
    Le terre si impoveriscono
    I dirigenti si arricchiscono
    La terra nutre l’Uomo
    e i contadini sono in pena
    Quando il cerchio dei ricchi si allarga
    I campi muoiono
    Il popolo piange
    e i governanti ridono
    perché le tasche sono piene
    La sommità si abbellisce
    la base si distrugge
    Malgrado tutto
    la terra nutre l’Uomo
    Non esiste un paese forte senza una agricoltura forte
    Un uomo che ha fame non è un uomo libero
    Facciamo in modo che i nostri popoli non abbiano fame
    per la gioia delle Repubbliche ed il successo del pianeta Terra
    Restiamo vigili

     

     

     

    Le cittadini sostengono i contadini

     

    La terre nourrit son homme
    le succès de pays repose sur l’agriculture
    les plus pauvres de ce pays sont les agriculteurs
    quel paradoxe!
    La terre est la seule source qui ne tarit jamais
    Mais la source de la terre a tari désormais
    Parce que les agrummes ne sont plus payés à des prix de référence
    La terre nourrit son homme
    Les paysans sont endettés
    Le gouvernement est embeté
    Le peuple souffre
    Les paysans oeuvrent
    La terre nourrit son homme
    La production est mauvaise
    Parce que les prix sont aux rabais
    Les terres s’appauvrissent
    Les dirigeants s’enrichissent
    La terre nourrit son homme
    Les paysans sont meurtris
    Quand le cercle des riches grandit
    Les plantations meurent
    Le pleuple pleure
    Les gouvernants rient
    Parce que les poches sont sont remplis
    Le sommet s’embélit
    la base se détruit
    Et pourtant
    la terre nourrit son homme
    Il n’y a pas de pays fort sans une agriculture forte
    Un homme qui a faim n’est pas un homme libre
    Faisons en sorte que nos peuples n’aient pas faim
    pour le bonheure des républiques et le succès de la planète terre
    Soyons vigilants

     


     
  • 6 commenti

    Vai al modulo dei commenti

    1. Salvatore

      Con tutti i milioni di nomi che potevate scegliere, giusto una x che differenzia. Non ho parole

    2. lampadarios

      A Salvatore:
      Il testo è stato scritto in francese dal suo autore (“potevate scegliere” non ha senso).
      In francese e nella cultura francofona, X è la maniera convenzionale per indicare una identità senza definirla per nome. Restare “senza parole” per un fatto del genere è quantomeno indice di provincialismo culturale.
      Tutti (tutti nessuno escluso) abbiamo sempre qualcosa da imparare.
      Cordialmente

    3. Rosanna Giovinazzo

      Soffermarsi sulla X ! Piuttosto occorre soffermarsi, e tanto anche, sul testo, vero e proprio documento di verità, quella verità molto spesso mistificata…Ma che uomini grandi ed illuminati definivano in modo chiaro, conciso, inequivocabile; per tutti basti la seguente citazione: “…non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà…” (Sandro Pertini)

    4. salvatore

      Il faut que tu reflechisse..!!!! Conosco bene il significato della “X”. ^_^. Cara Rosanna, a me la storia di questa persona mi ha appassionato e come lui, tanti ne vedo ogni giorno…Per questo ed altri motivi ritengo, da semplice lettore, che una testata come L’edicola debba quantomeno difendere le sensibilità di tutte le persone ( compresa la mia), piuttosto che scendere o permettere di scendere in simili bassezze. (Ho scritto all’Edicola e mi risponde Lampadarios, quasi fosse L’edicola ad interim; e se ho dedotto male il binomio, mi scuso con l’Edicola). Rispedisco al mittente il tentativo di offesa tramite il concetto di “Provincialismo culturale”… sono fiero di essere un provincialista… perchè provengo dalla provincia…sono figlio della provincia; perchè rinnegarla?? perchè tentare di usare simile concetto per tentare di scagliare un’offesa?? contro il proprio punto di vista? Del resto anche “X” è un provinciale e come lui tanti o forse mi sbaglio Sig. Lampadarios? Non esistono altre parole? Già il significato delle parole… siamo ancora lontani dall’emancipazione culturale!

    5. lampadarios

      Lampadarios è uno dei curatori dell’Edp, e non voleva certo scagliare alcuna offesa, semmai solo provare a spostare l’attenzione sulla luna, invece che sul dito che la indica.

    6. salvatore

      No problem Lampadarios! Grazie per la risposta.

    Commenti disabilitati.