CITTANOVA – In una giornata afosa di fine luglio e difficile pensare che vi sia una grande partecipazione per l’inaugurazione di una piazza intitolata ad Antonio Crogliano, ai più questo nome non dice assolutamente nulla, il bambino che ha trovato la morte 43 anni fa sulle montagne di Zomaro. Eppure la piazza era stracolma di persone che hanno ascoltato la Santa Messa celebrata dal parroco don Giuseppe Borelli. Da due anni chi scrive porta avanti questa battaglia, fatta di mille adempimenti burocratici, e sin dall’inizio di questa vicenda ho sentito la vicinanza di tante persone e tante associazioni che hanno condiviso il mio pensiero, che, entusiasti, hanno subito dato un contributo e quando la stanchezza e le lungaggini burocratiche sembrava avessero il sopravvento e sembrava prevalesse il desiderio di mollare tutto essi, inconsapevoli, ridavano nuova linfa alla battaglia intrapresa. Non avrei potuto avere la soddisfazione di vedere realizzata questa giornata se non fosse stato per l’aiuto che tanti si sono affrettati ad offrirmi. Sento quindi il dovere di ringraziare il nostro parroco don Giuseppe Borelli il quale mi ha dato la spinta iniziale quando gli parlai di quanto avevo in mente ed ebbi la sua benedizione.
Il gruppo degli Scout di Cittanova, volutamente non faccio nessun nome perché essi rappresentano una sola cosa anche se sono in tanti e dovrei quindi citarli tutti, i quali si sono prodigati di compiere un sacco di mansioni per la buona riuscita dell’evento, hanno dato il nome al loro gruppo in ricordo del bambino, oggi il gruppo degli scout di Cittanova si chiama “ Gruppo Scout Antonio Crogliano”, ed hanno anche dato vita alla solenne cerimonia di promessa (giuramento Scout) in memoria di Antonio Crogliano nominandolo Scout a tutti gli effetti. Un ringraziamento và anche alle due associazioni di volontariato presenti a Cittanova, la polizia Ecozoofila e la Pro.Civ Croce verde, alle quali va il merito e l’onore di essere state presenti sin dai primi momenti di questa vicenda e di aver curato il realizzarsi di questo evento assolvendo volontariamente con vero spirito di iniziativa ai problemi, ed a proprie spese, che si presentavano. Un ringraziamento va al Sindaco ed all’Amministrazione Comunale che insieme al sottoscritto,hanno trovato il modo e la giusta maniera per poter dare un significato alla morte di un bambino che venendo a divertirsi sulle nostre montagne ha trovato la morte ed ha certamente acquisito il diritto di essere considerato un nostro concittadino. Non posso certamente raccontare tutta la vita del piccolo Antonio, anche perché sicuramente cadrei in inesattezze, ma mi sento di dire brevemente cosa mi ha spinto ad interessarmi a lui.
Riesco ad immaginare Antonio come un bambino allegro e vispo, quindi quando seppe della gita sullo Zomaro, sarà stato sicuramente felicissimo e avrà fatto i salti di gioia. La giornata procedeva bene, ma ad un tratto Antonio si allontanò dal gruppetto, chissà per quale motivo, purtroppo si allontanò più del dovuto e si perse. Fra la disperazione cominciarono delle estenuanti ricerche che però non andarono a buon fine per quel giorno, perché l’ora tarda costringeva tutti a tornare a casa. Le ricerche andarono avanti per alcuni giorni,fra le lacrime di amici e parenti, e io posso solo immaginare la paura che provava Antonio, da solo fra le montagne, al freddo e alla esposizione di chissà quali pericoli, e non ho dubbi che i genitori avranno sofferto tantissimo nell’ angoscia di quello che gli sarebbe potuto succedere, o gli era già successo. Dopo alcuni giorni Antonio purtroppo fu trovato morto. Nell’ omelia il parroco, rivolgendosi ai fratelli ed ai presenti, ha chiarito che i disegni di Dio a volte si realizzano anche con avvenimenti tragici ma sicuramente essi hanno un senso nella sua volontà. Il nome di Antonio Crogliano è stato sulla bocca di tutti i genitori che, dopo il tragico evento, si trovavano a passare dal luogo dove sorse una piccola lapide per ricordarlo, ogni genitore parlava ai propri figli di quel bambino e sicuramente ogni genitore spiegava che la montagna era bella, sicuramente ma anche piena di insidie. Anche mio padre fece lo stesso ed io, cresciuto , ogni volta che passavo da quelle parti ricordavo che la era morto un piccolo innocente e ricordavo anche mio padre e i suoi consigli.
Questo è quello che io brevemente riesco ad esporre per questa vicenda ed a spiegare ai miei concittadini. Un ringraziamento particolare, da parte mia, và sicuramente al Comando di Polizia Municipale tutto, ma in particolare al Vigile Sasà Ielasi che ha dato origine all’idea. Per ultimo, ma solo cronologicamente, un ringraziamento và ad Angela Corica, una giovane ed onesta giornalista la quale, ha saputo meglio di me raccogliere notizie e fare in modo che il mondo sapesse dell’esistenza di un inerme bambino inghiottito dalla montagna in uno sperduto villaggio sulle montagne di Zomaro. Ringrazio infine quanti hanno partecipato e quanti si soffermeranno a leggere queste righe consapevole che nessuno mai ci darà una medaglia per quanto fatto ma consapevoli di avere fatto una cosa buona.