• Vertenza dei rimorchiatori portuali, la precisazione del comitato dei lavoratori marittimi
    10/02/2012 | Rocco Piscopio, Com. rimorchiatoristi | Comunicato

    GIOIA TAURO -A precisazione di quanto viene descritto in data 2 e 3 febbraio 2012 dal quotidiano “Gazzetta del Sud”, riguardo la questione interna alla società Con.Tug, i marittimi ritengono opportuno chiarire alcuni aspetti della complicata vertenza in atto. Il rimorchio portuale è, secondo legislazione italiana, un servizio pubblico, di interesse generale, con caratteristiche di universalità (prestato a chiunque ne faccia richiesta, a qualunque ora del giorno e della notte, a prezzi predeterminati dall’autorità), diretto a garantire la sicurezza della navigazione nelle acque portuali e lungo le coste. In Italia, ogni impresa di rimorchio opera in un regime di assoluto monopolio. Le tariffe di rimorchio della società Con.Tug s.r.l., sono aumentate nell’ultimo biennio del +5% e ancora, nel precedente biennio del + 4,65%. Maggiore sarà la dimensione della nave da rimorchiare, tanto maggiore sarà la tariffa da applicare. Risulta evidente che la tipologia di traffico navale nel porto di Gioia Tauro è cambiata negli anni. Ogni porto alterna incrementi produttivi con immancabili flessioni. Vanno opportunamente distinte le vere e proprie crisi aziendali dalle fisiologiche flessioni di traffico marittimo portuale. La logica del contenimento dei costi d’impresa, impone ad ogni armatore, in un regime di altissima concorrenza, di operare con navi aventi sempre maggiori dimensioni . La Con.Tug ha compensato in un certo qual modo, il contenimento del traffico marittimo portuale, sia con l’aumento delle tariffe di rimorchio sia con le maggiori entrate dovute all’aumento delle dimensioni delle navi. La concessionaria del servizio di rimorchio portuale, nell’intento di contenere la flessione delle prestazioni commerciali, ha proposto ai marittimi alcune soluzioni quali il ricorso alle note forme di ammortizzatori sociali, pensionamenti, trasferimenti del presunto esubero personale e quant’altro. Come la legislazione prevede in tali casi, le parti hanno congiuntamente sviscerato la complessa ed articolata problematica . La guerra delle cifre è stata inevitabile e le riserve sindacali espresse, a garanzia e tutela dei posti di lavoro, non hanno permesso che tutto si svolgesse sempre in maniera consensuale. Il ricorso agli ammortizzatori sociali, è stato opportunamente vagliato anche alla luce dei bilanci aziendali. Il trasferimento in altre aziende del gruppo del presunto esubero, si è mostrato immediatamente relativo unicamente a due figure professionali, che avrebbero dovuto sottrarre altrettanti posti di lavoro a personale del luogo di destinazione, già assunto a tempo determinato. Il delicato e mutevole contesto pensionistico statale e la mancanza dei legittimi requisiti, hanno scoraggiato ogni eventuale forma di ricorso alla quiescenza. La modifica in materia di orario di lavoro e dell’organizzazione del lavoro sarà oggetto di approfondito dibattito, alla luce di un contesto più generale riguardante il rinnovo del contratto di lavoro. I marittimi, numericamente appena sufficienti per espletare il servizio, hanno il loro contratto integrativo scaduto dal 30 giugno 2009 ed il C.C.N.L. scaduto il 31 dicembre 2010. Durante le fasi di raffreddamento avutesi, abilmente mediate dalle competenti istituzioni, è stato evidenziato che altre grandi imprese di rimorchio portuale italiane, hanno rispetto alla Con.Tug, un maggior numero di dipendenti in servizio e un elevato numero di rimorchiatori, pur effettuando quantitativamente un numero di cavi molto simile a quelli perfezionati dalla Con.Tug. Eppure, nonostante tutto, quei marittimi non hanno appreso dal loro datore di lavoro, alcunché. Anzi, il valore economico del loro contratto integrativo aziendale, è cresciuto. Il rimorchio portuale costituisce soltanto un ramo delle prestazioni cui l’azienda concessionaria è chiamata ad onorare. I rimorchiatori sono sempre a disposizione dell’Autorità Marittima per qualunque esigenza portuale e di ordine pubblico. Eventuali squilibri dell’organizzazione del lavoro aziendale dovuti a riduzioni della forza lavoro, potrebbero probabilmente, anche inficiare l’intero sistema della sicurezza portuale. Le enormi dimensioni delle navi, la loro considerevole stazza, il loro rilevante pescaggio, nonché le caratteristiche del porto di Gioia Tauro, le condizioni ambientali e quant’altro, hanno già da tempo, responsabilmente incoraggiato le RSA, ad intraprendere un legittimo percorso atto al mantenimento in essere di alcune norme contrattuali riguardo la sicurezza portuale, con il gradito ausilio e l’attenta supervisione della locale Autorità Marittima. In data 13 febbraio 2012 alle ore 15:00, i marittimi si incontreranno con l’Azienda.