CINQUEFRONDI – Parafrasando il titolo del famoso film “Cristo si è fermato ad Eboli” si potrebbe dire che l’Anas si è fermata al chilometro 9+000. La strada statale 682 Jonio-Tirreno da oltre una settimana, a singhiozzo, è interessata da lavori per ripulire dalle siepi e dalla vegetazione i lati delle carreggiate. Una attività che nella normalità, si sarebbe dovuta programmare e svolgere all’inizio dell’estate. Comunque prima dei grandi flussi di traffico legati alle ferie. Invece, sulla strada che collega Rosarno a Grotteria Mare si effettua ad agosto con rischi e pericoli sia per il personale che per gli automobilisti.
Se poi si aggiunge che questi interventi vengono eseguiti a rilento, come dimostrano le foto che pubblichiamo, il problema diventa ancora più grande. La situazione che si vede è davvero difficile: alberi che scavalcano il guard-rail ed invadono la carreggiata, ridotti in larghezza solo dal passaggio dei Tir. La fitta vegetazione inoltre, ricopre in diversi punti perfino i cartelli stradali.
Per non parlare degli svincoli, oggetto di contenzioso infinito tra l’Azienda delle Strade e la Provincia di Reggio Calabria che giocano a scaricabarile sia in ordine alla proprietà che alla manutenzione. L’uscita per Cinquefrondi-Polistena è invasa da sterpaglie e rifiuti, è del tutto priva di segnaletica orizzontale, e la circolazione è resa ancora meno sicura dalla scarsa visibilità dovuta al parcheggio selvaggio di mezzi pesanti.
Questo è il biglietto da visita che si presenta ai turisti, ammesso che ce ne siano ancora in queste contrade, o ai villeggianti di ritorno nei paesi di origine.
La sicurezza sulla Jonio-Tirreno è un tema che torna alla ribalta solo quando si verifica un evento tragico, la vicenda dell’autobus finito sotto la scarpata in Irpinia ci fa riflettere anche sulla sicurezza e messa a norma dell’arteria tra le più importanti dell’intera regione. Periodicamente partono dalle colonne dei giornali e sul web denunce sull’assenza di condizioni di sicurezza per la vetustà dei guard-rail in gran parte fuori norma, e sulle condizioni della galleria della Limina minata da gravi infiltrazioni di acqua. Lanciamo l’ennesimo appello alle autorità competenti per un intervento tempestivo che garantisca gli standard di sicurezza previsti a livello europeo. Ma non possiamo nasconderci la sensazione che anche stavolta l’appello cadrà nel vuoto.